Benvenuti!

Questo è liminalstudio.

Uno spazio al confine fra cultura e tecnologia

Benvenuti in questo territorio liminale, un confine sottile ma denso di potenzialità, per chi le vuole cogliere, dove la cultura incontra la tecnologia e la comunicazione si reinventa.

Ci interessiamo della trasformazione delle organizzazioni nell'era dell'IA,
dalla strategia culturale all'innovazione tecnologica per persone e business.

Analizziamo, ridefiniamo e attraversiamo momenti di transizione
tra ascolto, narrazione e identità.

Progettiamo il cambiamento con parole, visioni e connessioni.

In sintesi: prepariamo organizzazioni e persone a usare l'IA in modo efficace, etico e duraturo. Non vendiamo tecnologia, ma readiness culturale. Non applichiamo format rigidi, ma adattiamo grammatiche di trasformazione alla vostra specificità.


Sì, ma che vuol dire?

Quelli che possiamo considerare servizi, sono esempi dei nostri archetipi rituali:

Ricognizione della Soglia (quello che altri chiamano "AI Readiness Audit")
Potremmo chiamarla più semplicemente: Mappatura Culturale per il Cambiamento, ma verrebbe un po' meno il concetto del progetto, e quindi abbiate pazienza... si tratta di una ricognizione centrata su persone, cultura, processi, e non solo dalla tecnologia, nella quale analizziamo insieme se la vostra organizzazione è pronta per l'IA.
Mappare dove siete prima di attraversare

Grammatiche di Trasformazione (quello che altri chiamano "Formazione")
Dispositivi di emersione per far emergere la vostra capacità di dialogo e di riprogettazione con l'IA, a partire dai vostri processi reali, per attraversare le soglie tecnologiche e organizzative e solo dopo poter valutare strumenti e percorsi.

Narrazione dell'Appartenenza (quello che altri chiamano "Employer Branding")
Raccontare l'organizzazione che cambia e apprende, non quella che recluta o si imbelletta, con contenuti generati dai talenti che lavorano per voi per coinvolgere quelle persone che con voi vogliono crescere e non solo lavorare. 

Custodia Condivisa (quello che altri chiamano "Governance Collaborativa"): Accompagnare la transizione senza imporre il cambiamento e poter realizzare delle narrazioni autentiche che rispettino i tempi delle persone e creino regole condivise per l'uso dell'IA.

CHI SIAMO?

liminalstudio - Ricerca e consulenza per navigare l'incertezza

In un mondo in cui tutto cambia rapidamente, fermarsi a pensare è diventato un atto rivoluzionario. Si deve fare spazio al dubbio, coltivare il pensiero critico, creare relazioni inedite tra i saperi. Essere sulla soglia non significa restare immobili, ma allenarsi a riconoscere ciò che cambia e ciò che resta, navigare le transizioni senza chiudere gli occhi.

Qui, in liminalstudio, non abbiamo la soluzione per voi, ma possiamo provare a scriverla insieme. Attenzione: non ci limitiamo a creare contenuti, a fare narrazione di impresa, o a sostituire un'auto-narrazione con un'altra, proviamo a esplorare nuovi modi di generare valore, storie e significati. Lo facciamo in un luogo sospeso, tra il già noto e l'ignoto, tra la rappresentazione vettoriale e la comunicazione umana. Operiamo all'incrocio tra brand strategy, storytelling, design e cultura.

Progettiamo identità, narrazioni, strumenti di senso per organizzazioni e territori.

La nostra filosofia

Oggi che l'IA è sulla bocca di tutti, nelle tasche di molti, ma nelle aziende di pochi, noi non offriamo soluzioni IA, ma proviamo a porre domande più fertili perché l'IA possa essere, come crediamo, un vettore di cambiamento attivo, piuttosto che una rivoluzione subita. La trasformazione per noi non è un traguardo, ma un processo continuo. E ogni processo, se ben osservato, rivela qualcosa che ci precede e qualcosa che dobbiamo ancora scoprire.

Pensiamo che l'intelligenza artificiale, se ben integrata, non sia la risposta, ma un potente strumento di domanda. L'IA ci aiuta a comprendere meglio, a rispondere più velocemente, a personalizzare con precisione. Ma per avere impatto reale, serve partire dalle persone e seguire un ordine che abbiamo appreso dalle trasformazioni fallite: strategia > cultura > creatività > tecnologia.

Perché questo ordine? Perché ogni trasformazione fallita che abbiamo osservato aveva invertito questa sequenza. Chi parte dalla tecnologia finisce per automatizzare disfunzioni. Chi parte dalla creatività produce soluzioni brillanti che nessuno adotta. Chi parte dalla cultura senza visione strategica genera partecipazione sterile.

La strategia viene prima perché definisce la direzione di senso. Ma non strategia astratta: strategia incarnata, che nasce dall'ascolto del sistema esistente e dalla definizione condivisa di dove vogliamo andare.

Questo ordine non è solo una roadmap per progetti di successo. È anche una dichiarazione di intenti su chi vogliamo essere come consulenti e aiutare ad essere come organizzazioni.

Un'azienda che mette la cultura al primo posto è un'azienda che, per definizione, si interroga sul proprio impatto sulle persone. Diventa un luogo di lavoro che non impone il cambiamento, ma lo esplora. Questa esplorazione, se autentica, genera una potente risonanza interna (adozione e motivazione) e una risonanza esterna (un employer brand che attrae talenti affini, non mercenari).

Cosa siamo

Non siamo un'agenzia. Non siamo nemmeno un centro studi, un laboratorio di consulenza o un ufficio progetti.

Abitiamo uno spazio di soglia, un luogo di attraversamento, viviamo in un campo di forze in cui persone, idee, metodi e pratiche si contaminano per generare qualcosa che prima non c'era.

liminalstudio è uno studio di grammatiche trasformative per navigare l'incertezza dell'era AI. Le nostre grammatiche non sono format da applicare, ma strutture flessibili che prendono forma nel dialogo con la vostra specificità. Come in musica esistono forme classiche che ogni compositore reinterpreta, noi abbiamo identificato archetipi di trasformazione che adattiamo alla vostra storia, cultura, resistenze.

Chi siamo insomma!

Siamo un collettivo di pensiero e azione. Persone provenienti da mondi diversi: filosofia, formazione, tecnologia, progettazione, organizzazioni, legale, comunicazione, ingegneristica, risorse umane, ecc., unite dal desiderio di rendere visibile l'invisibile, concreto l'astratto e fare più che dire. Questo significa che quando lavoriamo con un'azienda, non portiamo solo competenze per l'AI readiness, ma un approccio multidisciplinare che considera tutti gli aspetti della trasformazione: dai processi alle persone, dalla governance alla cultura organizzativa.

Non crediamo nei ruoli fissi né nei percorsi lineari. Non offriamo soluzioni preconfezionate, ma progettando percorsi sul campo, anche grazie alla tecnologia. Crediamo nei bordi, nei margini, nei momenti in cui il vecchio non è più e il nuovo non è ancora.

È lì che operiamo. È lì che nasce la liminalità.

PERCHÉ LIMINAL?

Il termine inglese liminal deriva dal latino limen, soglia. Chi attraversa una soglia non è più lo stesso di prima che l'attraversasse, ma spesso non sa ancora chi sarà.

Viviamo tempi in cui le risposte arrivano prima delle domande, e le decisioni si prendono prima di essere comprese. Per questo serve un momento, uno spazio/tempo, che custodisca il non-detto, il non-detto ancora, il non-detto forse mai. Un luogo concettuale per imparare a stare. E, stando, trasformarsi.

Ci occupiamo di cambiamento. Non nel senso delle mode, ma nel senso dei passaggi. Dall'inerzia al movimento. Dall'abitudine alla scelta. Dall'ignoranza alla comprensione. Dal problema al processo. Dall'urgenza alla cura.

Viviamo e lavoriamo nel confine sottile tra ciò che è noto e ciò che ancora non si sa dire. Studiamo, accompagniamo, abitiamo la complessità: quella delle persone, delle organizzazioni e dei territori. Non abbiamo un approccio predefinito, ma un atteggiamento progettuale. Non risolviamo problemi, ma inneschiamo trasformazioni. Non portiamo soluzioni chiavi in mano, ma apriamo porte. Ci interessa progettare possibilità. Facilitare incontri. Coltivare consapevolezza. Restituire strumenti.

Ci piacciono le soglie, i margini, i punti di domanda. Non temiamo i momenti di crisi, quelli in cui sembra di essersi persi. Perché è lì che si apre lo spazio della possibilità.


Una nota sulla nostra contraddizione produttiva

Ci rendiamo conto di una tensione: critichiamo l'approccio standardizzato delle consulting, ma poi qui vedrete descriviamo servizi con nomi e durate. È una contraddizione che non vogliamo nascondere, perché è generativa.

Come consulenti liminali, abitiamo questo paradosso: abbiamo bisogno di linguaggi riconoscibili per comunicare (workshop, audit, strategia), ma riempiamo questi contenitori con un approccio completamente diverso.

La liminalità è questo: abitare il confine tra ciò che era e ciò che sta diventando, senza fingere che la transizione sia già compiuta.

L'IA COME RELAZIONE
NON COME SOLUZIONE

Come si traduce operativamente lo stare nelle domande?

Attraverso quello che chiamiamo dispositivi di emersione: situazioni progettate per far emergere ciò che già c'è ma non è ancora visibile. I nostri workshop non sono corsi dove insegniamo, ma atelier di scoperta dove facilitiamo l'auto-comprensione. Non portiamo risposte, ma creiamo le condizioni perché le risposte emergano dal vostro sistema.

Comunicare oggi significa ascoltare con attenzione profonda. Significa capire come le persone percepiscono, scelgono, si fidano. Ecco perché l'intelligenza artificiale, quando utilizzata con consapevolezza, diventa uno strumento formidabile per amplificare questo ascolto e potenziare la capacità di interrogarsi.

Ma attenzione: l'IA non è la bacchetta magica che risolve tutto, né un fine in sé. È una lente che moltiplica la domanda, che espande la capacità di vedere e comprendere, ma sempre all'interno di un processo umano, culturale e critico.

Per questo abbiamo scelto un territorio liminale, tra le rappresentazioni vettoriali, geometricamente leggibili e le storie delle aziende, fatte di valori e di persone... la porta d'accesso ad un diverso modo di intendere la generazione, di contenuti, di messaggi, di strategie, non per forza in termini radicali, ma forse transizionali, e per questo liminali.

Se l'IA ti sembra solo una questione tecnica, stai guardando dalla parte sbagliata. I progetti falliscono non perché l'algoritmo non funziona, ma perché non sai cosa chiedergli. E non sai cosa chiedergli, perché nessuno ha ancora fatto le domande giuste.

Il creativo oggi diventa curatore, editore e visionario. L'IA fornisce l'impalcatura, ma solo il professionista umano costruisce la casa, ne definisce la forma, l'anima e il valore.

liminalstudio opera in questo punto di passaggio.
Tra chi racconta l'IA come salvezza o condanna, e chi la vive come una relazione. Tra il board che vuole decisioni migliori e i team che cercano senso. Tra l'ottimizzazione possibile e l'investimento in sviluppo. Tra ciò che puoi ancora imparare e ciò che devi disimparare per evolvere.

L'IA non è un tool: è uno specchio. Ti restituisce la forma dei tuoi limiti, il peso delle tue abitudini. Rende visibile il debito cognitivo che hai accumulato, senza accorgertene. E, soprattutto, rende visibile la distanza tra la cultura che dichiari e quella che vivi ogni giorno.

IL COSTO DELL'INERZIA...

...e quello persino maggiore di un'azione irragionata,
non organica e più cosmetica che integrata.

Non servono più corsi, servono grammatiche di navigazione. Ma non grammatiche generiche: grammatiche cognitive del tuo qui e ora, che partono da dove sei e ti accompagnano dove hai bisogno di andare. Per capire dove sei davvero, come pensi, e cosa ti manca per cambiare.

Ogni decisione che rimandi ha un costo. È il costo dell'inerzia. Di chi aspetta che qualcun altro decida. Di chi compra una dashboard, ma non sa leggere i dati. Di chi va agli innovation day, ma non cambia nulla.

Prima di investire, però chiediti:

  • Sappiamo distinguere l'intuizione dal pregiudizio?
  • I nostri dati parlano o sono solo rumore?
  • Quanto pesa la nostra ignoranza strategica?

Ignorare questi rischi può costarti davvero caro: da un lato con un'azione senza strategia rischi di investire risorse senza ritorni concreti e dall'altro se resti in un'inazione passiva in questo momento può portarti ritardi rispetto ai competitor che sviluppano un vantaggio sostenibile.

La vera domanda non è "se" adottare l'IA, ma: come preparare le persone, i processi e l'organizzazione affinché l'IA sia un vantaggio reale e duraturo.

Il nostro approccio è partire dalla leadership, e dalla cultura, non dalla tecnologia. Analizziamo visione, processi, dati e conoscenza tacita. Costruiamo roadmap di trasformazione strategica.

PERCHÉ L'IA DA SOLA
NON BASTA

La vera sfida non è la tecnologia. È la strategia.

Molti progetti IA non raggiungono gli obiettivi. Non perché la tecnologia sia insufficiente, ma perché si affronta la trasformazione con una strategia debole o sbagliata.

  • Inganno della semplicità: l'interfaccia è intuitiva, l'impatto strategico no. Uno degli inganni più comuni è la semplicità apparente dell'AI: l'interfaccia è intuitiva, accessibile, quasi banale. Ma l'applicazione strategica è complessa e articolata, e chi la sottovaluta paga un prezzo alto.
  • Conoscenza tacita invisibile: quel sapere implicito fatto di pratiche, scorciatoie e competenze non formalizzate che rischiano di perdersi nella digitalizzazione. Senza mapparla, l'IA è come una macchina senza carburante.
  • Leadership sbagliata: Un errore frequente è affidare la guida del progetto solo al reparto IT, senza coinvolgere la leadership strategica. Il CEO o un team leader con una visione globale deve essere in prima linea, perché solo così si garantisce coerenza e successo.
  • Data governance trascurata: se i dati sono sporchi, disorganizzati o confinati in silos, i risultati saranno scadenti. Serve un investimento serio e continuo nella governance dei dati.

ATTRAVERSARE LA SOGLIA
L'IA COME RITO ORGANIZZATIVO

L'introduzione dell'intelligenza artificiale non è solo un progetto IT o un'iniziativa di efficienza: è un evento simbolico, identitario, trasformativo. Un punto liminale. Un passaggio che mette in discussione i ruoli, le competenze, le abitudini e persino le narrazioni che un'organizzazione ha costruito su di sé. È un rito collettivo: nessuno resta fuori. Nessuno può restare fermo.

In questa transizione, Employer Branding e Adoption diventano due facce della stessa medaglia.

1. Employer Branding: La Risonanza Esterna

Come raccontiamo all'esterno il modo unico con cui un'organizzazione attraversa questa soglia? L'employer branding in epoca di IA non è più (solo) una vetrina: è un campo di autenticità narrativa. Un luogo in cui si attraggono persone non per quello che sappiamo già, ma per la disponibilità a mettere in gioco ciò che pensavamo di sapere. Un employer branding evoluto non promette comfort, ma partecipazione. Non cerca candidati "compliant", ma menti elastiche e coscienze aperte, disposte a muoversi dentro territori inesplorati.

La differenza si giocherà qui: nell'onestà del racconto e nella coerenza tra ciò che diciamo e ciò che abitiamo.

2. Adoption: La Risonanza Interna

L'adozione non è un training, è una cura culturale. Significa predisporre l'ambiente, ascoltare le resistenze, trasformare la paura dell'obsolescenza in curiosità per l'evoluzione. Significa creare alleanze generative tra persone, team e linguaggi, dove l'IA è solo il catalizzatore di un cambiamento più profondo: il passaggio da un'organizzazione che gestisce, a una che apprende.

L'adozione è riuscita non quando tutti usano l'IA, ma quando le persone risuonano con il suo significato. Quando si sentono autrici e co-esploratrici, non semplici esecutrici di strumenti decisi altrove.

Questa visione è la prospettiva che guida il nostro agire. Ma una filosofia ha valore solo quando si incarna in una pratica, quando il pensiero si fa azione e il manifesto diventa metodo. Per questo motivo, abbiamo distillato il concetto di "rito organizzativo" in un approccio concreto. Quello che segue, quindi, è il nostro modo di accompagnare le organizzazioni ad attraversare concretamente la soglia che abbiamo appena descritto.

Il nostro lavoro si concentra spesso su due aree liminali interconnesse, dove la trasformazione tecnologica incontra il tessuto umano dell'organizzazione:

Employer Branding in un momento liminale: Narrare la transizione

Non aiutiamo le aziende a creare un'immagine patinata da "best place to work". Aiutiamo le aziende a raccontare la verità del loro processo di trasformazione.
Insieme, definiamo e articoliamo il "Manifesto Culturale nell'Era AI" di un'azienda. Non creiamo slogan, ma storie di interrogazione, di apprendimento, di fallimento costruttivo. Trasformiamo l'ansia del cambiamento nel racconto di un'avventura collettiva. Questo diventa il vero Employer Brand: un invito per chi vuole essere parte delle domande, non solo delle risposte.

Adoption come rito di passaggio: Abitare il cambiamento

L'adozione non è un corso di formazione su un tool. È un processo di accompagnamento attraverso una soglia identitaria.
Progettiamo e facilitiamo percorsi in cui i team non "imparano a usare l'IA", ma la usano per rimettere in discussione il proprio lavoro. Attraverso workshop e laboratori, rendiamo visibili le paure, mappiamo le conoscenze tacite che rischiano di perdersi e co-progettiamo nuovi flussi di lavoro che non sostituiscono l'umano, ma lo elevano. Trasformiamo l'imposizione di uno strumento in una scelta consapevole del team. L'adozione è riuscita quando le persone risuonano con il significato del cambiamento.

Ma per intraprendere questo rito di passaggio non basta la consapevolezza. Serve preparare il terreno. L'organizzazione deve essere pronta a livello mentale e strutturale. Ecco perché il nostro percorso inizia quasi sempre dall'infrastruttura...

METODO

Non abbiamo un metodo unico, ma una sapienza sedimentata. Dopo anni di attraversamenti, abbiamo riconosciuto che ogni trasformazione autentica attraversa fasi archetipiche: il momento della messa in discussione, il momento della resistenza, il momento dell'appropriazione, il momento dell'autonomia.

Questi pattern non sono 'format da applicare', ma sapienza che ci permette di riconoscere in quale fase vi trovate e di che tipo di accompagnamento avete bisogno. La differenza tra noi e le società di consulenza classiche? Loro applicano il metodo al cliente. Noi adattiamo il nostro sapere al vostro momento. La nostra postura è dialogica, ironica, rispettosa, radicale.

Usiamo la teoria come lente, il linguaggio come leva, la conversazione come campo. Valorizziamo l'intuizione quanto l'evidenza. Ci fidiamo delle domande lente.

Siamo convinti che ogni processo di cambiamento abbia bisogno di:

  • un pensiero critico per rimettere in discussione ciò che si dà per scontato,
  • un ascolto profondo per restare con ciò che accade,
  • un linguaggio condiviso per capire e farsi capire,
  • una direzione etica per scegliere che tipo di mondo vogliamo costruire.

Per questo poi proviamo a procedere semmai per gradi:

Formazione IA

Prima capisci dove, come e soprattutto perché usare l'IA e poi scegli gli strumenti e impari ad amplificare la tua creatività: prompt engineering, AI storytelling, automazione dei contenuti.

Metodologia agile

Implementazione AI-ready: copywriting strategico, contenuti ottimizzati, processi agili. Ogni contenuto è pensato per le tue esigenze, con le tue persone, ottimizzato con IA.

Strategia e automazione

Soluzioni tecniche post-readiness: chatbot, funnel, landing page che sfruttano davvero l'IA. Tecnologia che lavora per te, sempre con focus sull'ottimizzazione di contenuti di valore.

Audit & Crescita

Monitoraggio continuo: analisi performance, ottimizzazione SEO e GEO (Generative Engine Optimization), piano editoriale AI-powered (non perché figo, ma perché scalabile) e ROI.

DALLA VISIONE ALL'APPROCCIO

Questa visione filosofica diventa concreta nel momento in cui incontriamo la tua specificità. Ogni organizzazione ha le sue soglie da attraversare, i suoi automatismi da riconoscere, le sue possibilità da esplorare.

Non applichiamo format preconfezionati. Adattiamo grammatiche trasformative che prendono forma nel dialogo con la vostra specificità. Co-progettiamo percorsi che partono da dove sei e ti accompagnano dove hai bisogno di andare. Il nostro metodo è dialogico: ti facciamo domande che non ti aspetti per aiutarti a vedere quello che già sai, ma non hai ancora nominato.

Il nostro processo inizia sempre dall'ascolto.
Prima di proporre soluzioni, mappiamo il terreno: la cultura esistente, le resistenze, le energie disponibili, le competenze nascoste. Solo allora progettiamo l'intervento.

Poi accompagniamo la transizione.
Non lasciamo mai un'organizzazione sola davanti al cambiamento. Facilitiamo l'attraversamento, sosteniamo l'incertezza, celebriamo i piccoli spostamenti che preparano le grandi trasformazioni.

Infine, trasferiamo autonomia.
Il nostro successo si misura nella vostra capacità di continuare senza di noi. Non creiamo dipendenza, ma competenza. Non risolviamo problemi, ma sviluppiamo una sensibilità per riconoscerli e affrontarli.

COSA FACCIAMO?

Lavoriamo sui processi, non sulle etichette. Accompagniamo individui, gruppi e organizzazioni a sviluppare pensiero critico, consapevolezza sistemica e intelligenza situata. Non facilitiamo il cambiamento: lo rendiamo pensabile e poi semmai attuabile. Non guidiamo le persone fuori dalla crisi: esploriamo con loro cosa può nascere attraverso la crisi.

Lavoriamo sui processi, ma ogni processo ha i suoi strumenti, i suoi tempi, i suoi rituali.

Quando lavoriamo con le persone, facilitiamo percorsi di disimparazione. Non corsi sull'IA, ma laboratori per riconoscere i propri automatismi e scegliere quando abbandonarli. Accompagniamo CEO, team leader e professionisti a sviluppare una sensibilità per il momento giusto: quando accelerare, quando fermarsi, quando cambiare domanda.

Quando lavoriamo con le organizzazioni, mappiamo culture e progettamo transizioni. Non consulenza strategica tradizionale, ma accompagnamento attraverso passaggi identitari: fusioni, rebranding, adozione tecnologica, passaggi generazionali. Ogni organizzazione ha la sua soglia da attraversare. La riconosciamo insieme.

Quando lavoriamo con i territori, co-creiamo narrazioni di futuro. Non piani di marketing territoriale, ma processi partecipati per immaginare possibilità condivise. Dove la comunità non è target, ma co-autrice del racconto che vuole abitare.

Noi lavoriamo qui: sul confine. Tra strategia e coscienza. Tra algoritmi e domande. Tra decisioni e visioni. Non portiamo soluzioni. Portiamo un metodo, e semmai strumenti per aiutare a farti le domande giuste. Ma soprattutto un dubbio, come inizio.

Creare contenuti che funzionano, migliorare la comunicazione, trasformare i processi di un sistema che è già in atto, richiede strategia, creatività e la giusta tecnologia. Ma soprattutto bisogna farsi le giuste domande e avere la volontà di approfondire.

Facciamo consulenza, ma anche formazione, ricerca, progettazione, facilitazione.
Ma solo quando ha senso.

FORMAZIONE
ALL'AI READINESS

Non formiamo di solito sull'intelligenza artificiale, ti prepariamo per poter sfruttare l'IA.

La vera sfida non è imparare a usare ChatGPT o Midjourney, ma costruire l'infrastruttura mentale, organizzativa e procedurale che ti permetta di sfruttare davvero l'IA.

Quella di oggi, generativa e cool... quella di ieri, boring ma efficace (che chiamavamo machine learning), ma anche quella di domani che non sappiamo ancora come si chiamerà, o quali applicativi avrà, ma possiamo immaginare sarà predittiva e deterministica e per questo istituente e determinante.

Cosa significa oggi essere AI Ready?


Mindset trasformativo
Prima degli strumenti, serve un cambio di mentalità. Come ripensare i processi, come fare le domande giuste, come strutturare il pensiero per dialogare efficacemente con l'intelligenza artificiale.

Dati strutturati e accessibili
L'IA è potente quanto i dati che le dai. Ti aiutiamo a organizzare, pulire e strutturare le tue informazioni per renderle utilizzabili dalle macchine.

Processi ottimizzati
Non basta automatizzare quello che già fai. Serve riprogettare i flussi di lavoro, identificare i colli di bottiglia, mappare dove l'IA può davvero fare la differenza.

Governance e controllo
Come mantenere la qualità, gestire i rischi, definire standard e protocolli. L'IA amplifica tutto: i risultati buoni e quelli sbagliati.

    SETTE SOGLIE
    PER INTEGRARE L'IA

    Ogni organizzazione attraversa soglie ricorrenti quando integra l'IA. Non sono step lineari, ma archetipi di trasformazione che si presentano in ordini e intensità diverse. Riconoscerli aiuta a navigare la complessità invece che subirla.

    1. Prima di cambiare, guarda dentro.
    Non si introduce l'IA in un sistema che non si conosce.
    Serve una mappa, non solo delle operazioni, ma delle intenzioni.
    E delle percezioni. Chi si sente minacciato? Chi si sente potenziato?
    Quali sono le storie non dette che circolano nei corridoi?
    Chi fa cosa, perché lo fa, quanto costa quel gesto.
    Solo allora puoi chiederti: ha ancora senso farlo così?

    Per una mappatura dettagliata dei processi, serve una visione chiara e completa di come funzionano oggi i tuoi flussi operativi: chi fa cosa, con quali strumenti, in che tempi, e con quali input/output. Se non conosci il processo, non puoi automatizzarlo in modo efficace.

    2. Dove si inceppa, lì si ascolta.
    Ogni flusso ha i suoi attriti: attese, ripetizioni, ansie da scadenza.
    Non cercare la perfezione, cerca la frizione.
    Non solo quella operativa, ma quella emotiva.
    L'ansia da prestazione, la paura di diventare irrilevanti.
    È lì che l'IA può entrare non come sostituto, ma come leva.
    Non ottimizzare ciò che funziona: libera ciò che si è bloccato.

    Per un'identificazione dei colli di bottiglia, serve comprendere dove si rallenta il processo. Dove ci sono sprechi, errori o passaggi inutili? Senza questa analisi, rischi di applicare l'AI nei punti sbagliati o di peggiorare la situazione.

    3. L'IA ha bisogno di porte aperte.
    Se il tuo sistema è una cattedrale chiusa, l'intelligenza artificiale non entrerà mai.
    Parliamo di interoperabilità, ma anche di accessibilità, fluidità, connessioni.
    Un'IA isolata è una voce spenta.
    Apri le interfacce, collega i mondi, rendi i dati vivi.

    Per una verifica dell'integrabilità, serve sapere se hai API disponibili. I dati sono accessibili? I tuoi sistemi (CRM, ERP, database, ecc.) sono in grado di dialogare con un modello AI? L'infrastruttura conta tanto quanto l'idea.

    4. Non nutrire l'IA con scarti.
    L'IA è figlia del dato. Ma se il dato è sporco, impreciso, caotico, l'IA amplifica il rumore.
    Serve ordine. Cura. Pulizia. Struttura.
    Ogni informazione va trattata come seme, non come output.
    Chi vuole intelligenza deve prima coltivare conoscenza.

    Per garantire qualità e disponibilità dei dati, ovvero per allenare sistemi RAG o fare fine tuning, servono dati puliti, strutturati e aggiornati. Senza dati di qualità, anche il modello AI più avanzato non produce risultati efficaci.

    5. L'adozione inizia dal basso.
    Non calare decisioni dall'alto, semina visione nei team.
    Sono loro che vivono i processi, che sanno dove fa male, dove si può crescere.
    Coinvolgili, ma non per chiedere un parere. Coinvolgili per dare loro potere e responsabilità nel ridisegnare il proprio futuro lavorativo.
    L'IA diventa uno strumento loro quando sono loro a decidere a quali domande dovrà rispondere. Questo è il cuore dell'adozione: non conformità, ma appropriazione.
    L'intelligenza artificiale non è uno strumento da imporre, ma una relazione da costruire.
    Forma, ascolta, coinvolgi. Prima di automatizzare, umanizza.

    Per il coinvolgimento dei team operativi, serve aver chiaro chi lavora ogni giorno sui processi chiave, e costoro devono essere coinvolti fin da subito. L'AI deve essere uno strumento utile per loro, non un'imposizione dall'alto. Altrimenti l'adozione sarà nulla.

    6. Senza direzione, ogni automazione è deriva.
    Non basta voler essere "AI powered".
    Chiediti: cosa voglio migliorare, ridurre, creare, risolvere?
    Definisci il successo. E il successo non è solo -10% sui costi.
    È anche +15% sul tempo che le persone possono dedicare al pensiero critico.
    È la qualità delle nuove domande che il team impara a porsi.
    L'adozione si misura in autonomia di pensiero, non solo in click.
    Ogni progetto ha bisogno di una stella polare.
    Definisci il successo, prima che sia l'IA a deciderlo per te.

    Per la definizione di obiettivi chiari e misurabili, bisogna esprimere chiaramente obiettivi SMART: "Voglio usare l'AI" non è un buon obiettivo, "Ridurre i tempi di risposta del 30%" sì. Serve definire KPI concreti prima ancora di parlare di modelli o strumenti.

    7. A volte l'IA non serve.
    Non tutto va automatizzato.
    Esistono scorciatoie che non richiedono reti neurali, solo buon senso.
    Un flusso snellito, una regola ben scritta, un bottone in meno.
    L'IA va usata dove trasforma, non dove complica.

    Infine, ma forse prima di tutto, urge una valutazione di alternative più semplici, giacché non sempre serve l'AI. A volte bastano automazioni no-code, o un po' di ottimizzazione dei processi. L'intelligenza artificiale è potente, ma se usata nel modo sbagliato può diventare costosa e complessa da mantenere.

    COSA POSSIAMO
    CO-PROGETTARE CON TE

    Archetipi Rituali di Trasformazione

    Nel territorio liminale tra significato e strategia, abitiamo la tensione creativa che nasce quando le parole non sono più sufficienti a contenere ciò che stai diventando.

    Quello che segue non è un catalogo di servizi standard, ma una mappa di archetipi rituali: situazioni ricorrenti di trasformazione che adattiamo alla vostra specificità. Ogni 'servizio' è in realtà un rito di passaggio che si co-progetta nell'incontro tra la vostra realtà e la nostra sensibilità.

    1. ARCHITETTURE DI SIGNIFICATO: Dare Voce all'Identità

    Per imprese, progetti e brand che nascono, si evolvono o vogliono definire la propria voce in modo radicale.

    Naming Strategico e Semantico Il nome non è un'etichetta, è un'intenzione. Accompagniamo imprese e progetti a scegliere parole che attivano visioni, non solo domini liberi. Ogni nome porta con sé una promessa al futuro: la esploriamo insieme prima di pronunciarla. Per imprese e progetti che vogliono parole vive, non etichette. Un nome è una soglia: la attraversiamo insieme.

    Brand Audit e Riposizionamento Culturale Guardiamo da fuori e da dentro. Cosa dichiari? Cosa abiti davvero? Ti aiutiamo a trovare nuove coerenze, non nuovi claim. Il riposizionamento per noi inizia sempre dalla ricognizione dell'esistente: le contraddizioni spesso sono semi di autenticità. Dove sei davvero? E cosa stai diventando? Ricostruiamo la mappa tra ciò che dichiari e ciò che abiti, per allineare percezione e realtà.

    Manifesto Culturale d'Impresa Non scriviamo mission e vision. Disegniamo costellazioni narrative che aiutano aziende, fondazioni e comunità a dichiarare dove vogliono andare, e con chi. Un manifesto è un invito alla complicità, non un proclama. Non raccontiamo ciò che sei, ma dove stai andando. Una narrazione viva, costruita con la leadership, per orientare il cambiamento e attrarre chi condivide non solo obiettivi, ma sensibilità.

    Brand Identity Post-Human Ripensare l'identità di brand in epoca post-antropocentrica. Per chi lavora tra cultura, tecnologia, impatto e trasformazione. Non si tratta di eliminare l'umano, ma di allargare la definizione di ciò che conta e di chi partecipa alla conversazione. Per brand che guardano oltre l'antropocentrismo, disegniamo identità che integrano etica, intelligenza artificiale e impatto sistemico.

    2. ORGANIZZAZIONI CHE IMPARANO: Coltivare la Cultura Interna

    Per leader, team HR e manager che vogliono costruire un ambiente di lavoro autentico, coeso e capace di attrarre i talenti giusti.

    Contenuti per Employer Branding e Cultura Interna Non packaging narrativo per talenti, ma architetture simboliche. Per raccontare l'organizzazione come un luogo che evolve, non che recluta. L'employer branding autentico inizia dall'ascolto di chi già abita l'azienda e dalla traduzione delle loro storie in invito per chi deve ancora arrivare. Storie che risuonano con chi c'è — e con chi potrebbe arrivare.

    Employer Brand Audit + Cultura Narrativa Un percorso in due fasi per ridurre il divario tra immagine e sostanza. Fase 1: ascolto e audit narrativo (ciò che l'azienda comunica vs. ciò che le persone vivono). Fase 2: co-creazione della nuova narrazione condivisa, che parli con la voce delle persone che la abitano. L'employer brand autentico non si inventa, si riconosce. E una volta riconosciuto, si coltiva.

    Cultura della Leadership Situata Mentoring e formazione per HR e manager che devono guidare nel mezzo, non sopra il cambiamento. Formazione e mentoring per manager e HR che vogliono abitare il cambiamento con postura critica, dialogica, consapevole. Non insegniamo tecniche di leadership, ma accompagniamo la costruzione di una sensibilità per il momento giusto e la domanda fertile. Uniamo filosofia, comunicazione e strategia organizzativa per affrontare le transizioni complesse, come l'adozione dell'IA.

    3. EMPLOYEE EXPERIENCE NELL'ERA IA: Ridisegnare il Lavoro che Cambia

    Per HR Director, Chief People Officer e leadership che stanno introducendo l'IA e vogliono trasformare l'ansia in opportunità di crescita.

    Audit dell'Employee Journey in Transizione Mappiamo insieme ogni touchpoint dell'esperienza lavorativa quando l'IA entra in azienda: dall'onboarding alla formazione, dalla valutazione delle performance ai percorsi di crescita. Dove l'IA genera confusione? Dove crea opportunità? Non è un questionario di soddisfazione: è una ricognizione antropologica del cambiamento in corso.

    Riprogettazione dell'Esperienza Lavorativa Co-progettiamo una nuova employee experience che non nasconde l'IA, ma la integra come alleata. Ridisegniamo i processi per includere la relazione con l'intelligenza artificiale. Trasformiamo la performance review da valutazione individuale a riflessione sul team umano-IA.

    Nuovo Employer Branding: L'Organizzazione che Apprende Il vostro employer brand deve dire: "Siamo il tipo di organizzazione dove le persone crescono insieme alla tecnologia". Attraiamo profili che cercano un ambiente dove continuare a imparare, sperimentare, evolversi.

    4. SOGLIE DIGITALI & IA: Umanizzare la Tecnologia

    Per aziende che stanno integrando l'IA e vogliono progettare esperienze digitali che siano prima di tutto umane, sensate e relazionali.

    AI Strategy Design Workshop Laboratori per CEO e team leader per progettare roadmap IA radicate nella cultura aziendale, non nelle mode tecniche. L'intelligenza artificiale diventa strategica quando smette di essere un'applicazione e diventa un modo di interrogare la realtà. Percorsi guidati per costruire insieme una roadmap strategica che parte dalla vostra cultura, non solo dalla tecnologia.

    AI Readiness & Human Mapping Prima di scegliere il modello, scegli la domanda. Mappiamo mindset, ostacoli, desideri e narrazioni latenti per preparare l'organizzazione all'integrazione con l'IA. Non solo audit tecnico, ma ascolto antropologico del terreno umano su cui l'IA dovrà crescere.

    Interfacce di Senso per l'IA Che tono ha l'IA nella tua organizzazione? Qual è la voce dell'IA nella tua organizzazione? La progettiamo insieme attraverso UX test umanistici, interviste qualitative e dialoghi umanizzanti per definire il tono, la personalità e il ruolo della tecnologia. Ogni interazione con l'intelligenza artificiale è un atto comunicativo. Lo curiamo come tale.

    UX Writing e Storytelling per Prodotti Digitali Scriviamo per le interfacce, ma prima ascoltiamo chi le abita. Ogni micro-testo è una promessa. Ogni errore un'occasione di comprensione. Ogni micro-testo è un gesto relazionale. L'intelligenza artificiale ci aiuta a personalizzare, ma solo l'intelligenza umana sa quando essere imperfetti. Usiamo l'IA come strumento, ma ci affidiamo alla sensibilità umana.

    5. TRANSIZIONI ORGANIZZATIVE: Navigare il Cambiamento

    Per organizzazioni che affrontano passaggi cruciali come rebranding, fusioni, crisi, evoluzioni interne o cambi generazionali.

    Storytelling Transizionale Non celebriamo brand, raccontiamo passaggi. Non raccontiamo chi sei, ma chi stai diventando. Usiamo la narrazione come lente per dare senso a crisi, evoluzioni, adozioni tecnologiche. Ogni storia di transizione ha i suoi tempi morti e i suoi momenti di accelerazione. Li onoriamo entrambi. È uno strumento cruciale per le aziende che stanno adottando l'IA o ripensando il lavoro ibrido.

    Strategie di Senso per Contesti in Transizione Fusione, rebranding, passaggi generazionali: accompagniamo l'incertezza trasformativa con parole che aiutano a non smarrirsi. Servono linguaggi condivisi in ecosistemi sempre più complessi. Ogni transizione ha i suoi riti. Li co-progettiamo insieme, perché attraversare una soglia richiede tempo, non velocità. Per trasformare l'incertezza in un percorso chiaro e condiviso.

    Offboarding Creativo per Founder e Dirigenti Uscire non è una chiusura, è un passaggio di soglia. Facilitiamo riti di uscita che lasciano memoria e preparano spazio per il nuovo. Ogni fine contiene un seme. Lo aiutiamo a germinare nella forma giusta per chi resta e per chi parte. Per trasformare l'uscita in un passaggio generativo, che lascia spazio, eredità e senso.

    6. VISIONI SISTEMICHE: Progettare l'Impatto Collettivo

    Per reti, fondi, istituzioni, città e progetti ESG che devono tenere insieme voci diverse, governare la complessità e rendere leggibile il proprio impatto.

    Atelier di Governance Narrativa Dove le parole diventano metodo. Officine partecipate per consorzi, istituzioni e territori in cerca di un racconto che tenga insieme tensioni e possibilità. Per reti e istituzioni che devono gestire tensioni e molteplici stakeholder. Non facilitiamo consenso, ma abitiamo il conflitto generativo che nasce quando diverse visioni si contaminano. Non cerchiamo il consenso, ma le convergenze generative.

    Design Narrativo per Città, Territori e Comunità Non progettiamo storytelling turistico. Co-creiamo racconti di appartenenza, tensione e futuro. Dove il luogo non è sfondo, ma attore. Un territorio ha sempre più storie da raccontare di quelle che sa dire. Le aiutiamo a emergere. Non raccontiamo luoghi, ma li facciamo parlare. Facilitiamo processi in cui il territorio diventa autore della propria storia, non semplice cornice.

    Consulenza Narrativa per Progetti ESG e Impact Non raccontiamo solo l'impatto, lo aiutiamo a prendere forma narrativa. Perché anche un fondo ha bisogno di senso, non solo di metriche. La sostenibilità diventa credibile quando smette di essere un claim e diventa un modo di abitare le contraddizioni. Per rendere sensata (e sensibile) anche la finanza. L'impatto non è un numero: è una storia che si può ascoltare, misurare e comunicare.

    Linguaggi Condivisi per Ecosistemi Complessi Dove molti parlano e pochi si ascoltano, aiutiamo reti, consorzi e piattaforme a costruire lessici comuni e visioni convergenti. Non imponiamo una lingua unica, ma creiamo spazi di traduzione reciproca.

    7. IL PROGETTO CON TE: Costruiamo percorsi, non li vendiamo

    Perché il nostro metodo è il dialogo, e ogni percorso è un'architettura unica.

    Questa non è una lista di servizi a scaffale. È una mappa di possibilità che abbiamo tracciato abitando le soglie più diverse, dando nome alle sfide che incontriamo quando le organizzazioni attraversano i loro passaggi più delicati. Ma nessuna organizzazione è uguale a un'altra, e nessuna transizione segue un copione.

    Il nostro vero servizio è l'ascolto profondo e la co-progettazione di un percorso che esiste solo nell'incontro tra la tua realtà e la nostra sensibilità. Non partiamo da un'offerta, ma da una domanda. Non portiamo soluzioni chiavi in mano, ma apriamo porte.

    Come iniziamo insieme

    Il dialogo con noi inizia spesso da una di queste soglie:

    Stai attraversando una soglia? Non attraversarla da solo.
    Per chi sente il cambiamento in atto — una fusione, una crisi, un nuovo ruolo, l'adozione dell'IA — ma non ha ancora le parole per nominarlo. Il nostro primo passo è costruire insieme un rito di passaggio, non un piano di comunicazione.

    Senti che manca qualcosa a questa lista? Costruiamo insieme il percorso che ancora non esiste.
    Per chi intuisce un bisogno che non trova posto nelle categorie conosciute. La nostra specialità è abitare territori inesplorati e dare forma a domande che non sono ancora state pienamente formulate.

    Il tuo linguaggio non basta più?
    Nel territorio liminale tra significato e strategia, abitiamo la tensione creativa che nasce quando le parole non sono più sufficienti a contenere ciò che stai diventando. Non produciamo contenuti: generiamo linguaggi. Non risolviamo problemi comunicativi: apriamo spazi di senso.

    La nostra promessa fondamentale

    Questa è la nostra promessa fondamentale. Il punto di partenza e di arrivo di ogni nostro progetto è trovare, insieme, un linguaggio capace di contenere e orientare ciò che stai diventando.

    Non applichiamo format preconfezionati. Co-progettiamo percorsi che partono da dove sei e ti accompagnano dove hai bisogno di andare. Il nostro metodo è dialogico: ti facciamo domande che non ti aspetti per aiutarti a vedere quello che già sai, ma non hai ancora nominato.

    Raccontaci la tua transizione. Esploriamo insieme il linguaggio che ti serve.

    GRAMMATICHE DI TRASFORMAZIONE

    Le nostre grammatiche non sono corsi o workshop standardizzati, ma dispositivi di emersione calibrati sulla vostra complessità. Ogni grammatica ha una struttura orientativa (da qui le durate indicate), ma prende forma definitiva nel dialogo con la vostra cultura, resistenze, energie disponibili.

    Ricognizione della Soglia - Human Readiness & Cultural Mapping
    (2 giorni orientativi)

    Prima di analizzare i dati, analizziamo il contesto umano. Insieme alla leadership e a team selezionati, mappiamo la cultura attuale, le ansie, le aspettative e le conoscenze tacite. Produciamo una "mappa della soglia" che identifica i principali rischi e le più grandi opportunità umane del vostro progetto di trasformazione AI.
    Questo non è un audit tecnico: è un atto di ascolto profondo.
    Mappatura Culturale per il Cambiamento

    Architetture dell'Invisibile - AI Readiness Audit (1 giornata)

    Analizziamo insieme la tua organizzazione, i processi esistenti, i dati disponibili. Identifichiamo le aree di maggior impatto e costruiamo una roadmap di trasformazione.

    Fondamenta per l'IA

    Mappe del Territorio NascostoAI Data Architecture (1/2 giorni)

    Come strutturare, organizzare e rendere accessibili i tuoi dati. Dalla pulizia delle informazioni, con l'abbattimento dei silos compartimentali, alla creazione di knowledge base efficaci.
    Strutture dei Dati per l'IA

    Riti di Attraversamento - AI Redesign Process (2/3 giorni)

    Ripensiamo i tuoi flussi di lavoro. Identifichiamo ridondanze, ottimizziamo i passaggi, integriamo l'IA nei punti strategici e, solo se serve, formiamo i team su strumenti specifici.
    Riprogettazione con l'IA

    Custodia Condivisa - AI Governace Framework (1 giornata)

    Definiamo insieme standard, protocolli di qualità, sistemi di controllo e leadership distribuita. Come mantenere qualità e efficacia senza perdere integrità e controllo.
    Governance Collaborativa per l'IA

    ARCHETIPI RITUALI
    PIÙ RICORRENTI

    Qui trovi una mappa orientativa degli archetipi di trasformazione più richiesti. Ognuno nasce da un ascolto situato, non da un menù. Ma può essere un buon inizio per riconoscere in quale tipo di soglia vi trovate.

    Trasformazioni organizzative e IA adoption

    • AI Strategy Design Workshop: Percorsi guidati per progettare roadmap partendo da cultura e paure
    • Interfacce di senso per l'IA: UX test e scrittura conversazionale per dare voce umana alla tecnologia
    • Architetture dell'Invisibile + Ricognizione della Soglia: Audit che parte dalle persone, non dalla tecnologia: Audit che parte dalle persone, non dalla tecnologia

    Employer branding e identità interna

    • Employer Brand Audit + Cultura narrativa: Ciò che racconti vs ciò che vivi
    • Manifesto culturale d'impresa: Dichiarazione di senso co-costruita con la leadership
    • Mentoring per HR e leadership situata: Per chi guida nel mezzo delle contraddizioni

    Transizioni e passaggi critici

    • Storytelling transizionale: Per raccontare fusioni, rebranding, evoluzioni interne
    • Passaggio generazionale: Figli che succedono ai fondatori ma anche coesistenza di boomer e Generazione Z
    • Offboarding creativo: Uscire come atto generativo, rituali che chiudono e aprono

    Linguaggi per sistemi complessi

    • Governance narrativa: Atelier per reti, fondi, istituzioni che generano lessici condivisi
    • Brand identity post-human: Per progetti con tecnologia, impatto, cultura
    • Design narrativo per territori: Il territorio come soggetto narrante

    GRAMMATICHE COMPOSITE

    ovvero come colleghiamo quelli che gli altri chiamerebbero servizi e workshop

    Ogni archetipo rituale si integra con le altre grammatiche per creare percorsi di trasformazione completi. Non separiamo mai strategia e implementazione, cultura e tecnologia. Gli 'sconti' sui percorsi integrati non sono marketing: riflettono il fatto che accompagnare una trasformazione completa richiede meno energia per passaggio rispetto a interventi isolati. È economia della relazione, non della vendita.

    NAMING STRATEGICO RICOGNIZIONE DELLA SOGLIA

     Prima di nominarti, devi sapere chi sei

    • Fase narrativa: Esplorazione dell'identità profonda attraverso interviste, analisi culturale, mappatura delle tensioni
    • Workshop Ricognizione della Soglia: Validazione con team e stakeholder, emersione della conoscenza tacita
    • Fase creativa: Co-creazione del nome e del sistema semantico
    • Integrazione: Il nome diventa parte del manifesto culturale per l'adozione IA


    BRAND AUDIT RICOGNIZIONE DELLA SOGLIA + ARCHITETTURE DELL'INVISIBILE

     Cosa dichiari vs cosa abiti vs cosa potresti diventare

    • Brand Audit: Analisi del divario tra narrazione e realtà vissuta
    • Ricognizione della Soglia: Mappatura della cultura reale nei team
    • Architetture dell'Invisibile: Valutazione delle infrastrutture tecniche e cognitive
    • Riposizionamento: Nuova coerenza tra identità, cultura e capacità tecnologica


    EMPLOYER BRANDING RICOGNIZIONE DELLA SOGLIA + RITI DI ATTRAVERSAMENTO

    Raccontare l'organizzazione che apprende

    • Ricognizione della Soglia: Ascolto profondo delle persone che già abitano l'azienda
    • Cultura narrativa: Co-creazione di storie autentiche di trasformazione
    • Contenuti: Traduzione in linguaggi per l'attraction e l'onboarding
    • Misurazione: Verifica della risonanza interna ed esterna


    AI STRATEGY DESIGN  PROCESSO COMPLETO (RICOGNIZIONE DELLA SOGLIA + ARCHITETTURE DELL'INVISIBILE + RITI DI ATTRAVERSAMENTO + CUSTODIA CONDIVISA)

    Dalla visione all'implementazione

    • Strategy Design: Definizione della roadmap culturale e tecnologica
    • Mappe del Territorio Nascosto: Preparazione dell'infrastruttura informativa
    • Riti di Attraversamento: Riprogettazione dei flussi con i team
    • Custodia Condivisa: Framework per il controllo e l'evoluzione

    PER CHI E QUANDO

    Non tutti arrivano da noi per gli stessi motivi. Riconoscere il proprio punto di partenza aiuta a scegliere il percorso giusto.

    Se stai attraversando una transizione identitaria
    → Fusione, acquisizione, rebranding, passaggio generazionale
    Inizia da: Strategie di senso per contesti in transizione + Ricognizione della Soglia

    Se l'IA ti incuriosisce ma non sai da dove iniziare
    → Vuoi capire se e come l'intelligenza artificiale può servire al tuo business
    Inizia da: Architetture dell'Invisibile + AI Strategy Design Workshop

    Se devi raccontare chi sei diventato
    → La tua organizzazione è cambiata, ma il tuo racconto è rimasto indietro
    Inizia da: Brand audit e riposizionamento culturale + Manifesto Culturale d'Impresa

    Se la cultura aziendale non rispecchia più la realtà
    → Divario tra quello che dichiari e quello che vivi quotidianamente
    Inizia da: Ricognizione della Soglia + Employer Brand Audit

    Se vuoi attrarre talenti affini, non solo disponibili
    → Il tuo employer branding attrae persone che non restano o non crescono
    Inizia da: Contenuti per employer branding e cultura interna

    Se stai implementando l'IA ma senti resistenze
    → La tecnologia c'è, ma l'adozione fatica a decollare
    Inizia da: Cultura della leadership situata + Riti di Attraversamento

    COME ORIENTARSI

    Hai bisogno di strategia? → AI Strategy Design Workshop, Brand audit, Manifesto Culturale
    Hai bisogno di cultura? → Human Readiness, Employer Brand Audit, Cultura della leadership
    Hai bisogno di narrazione? → Naming, Storytelling transizionale, Design narrativo
    Hai bisogno di implementazione? → Architetture dell'Invisibile, Mappe del Territorio Nascosto, Riti di Attraversamento

    Non sei sicuro? Iniziamo da una conversazione. Il primo incontro è un investimento da parte di entrambi ed è sempre un atto di reciproca ricognizione: capiamo insieme se e come possiamo essere utili.

    PROCESSO DI ONBOARDING

    Come si inizia concretamente a lavorare insieme

    Non siamo quelli che mandano preventivi prima di capire. Non siamo nemmeno quelli che fanno consulenze gratuite mascherandole da "audit".

    Il nostro processo di avvicinamento è un atto di reciproca ricognizione. Vuol dire che investiamo tempo per capire se ha senso lavorare insieme, e voi fate lo stesso con noi.

    Primo incontro: Ascoltare la soglia (di solito entro 7 giorni dal contatto)
    Un'ora e mezza per capire dove siete, dove pensate di voler andare, e soprattutto cosa vi impedisce di andarci. Non è una call commerciale: è una sessione di orientamento reciproco. Finiamo quando sappiamo entrambi se e come possiamo essere utili.

    Assessment dialogico: Mappare il terreno (di solito entro 2 settimane dal primo incontro)
    Se c'è risonanza, dedichiamo mezza giornata (gratuita) a mappare la vostra situazione: cultura, processi, resistenze, energie disponibili. Non è un audit tecnico: è un atto di ascolto profondo. Produciamo insieme una "mappa della soglia" che diventa la base per co-progettare l'intervento.

    Proposta su misura: Co-progettare il percorso  (di solito entro 30 giorni dalla proposta accettata)
    Non applichiamo format. Ogni proposta nasce dalla vostra specificità e dalle possibilità che abbiamo fatto emergere insieme. Tempi, modalità, investimenti: tutto viene calibrato su quello che serve davvero, non su quello che sappiamo vendere.

    INVESTIMENTI RELAZIONALI

    Ogni percorso inizia con tempo, ascolto e cura.
    I minimi indicati non sono tariffe, ma soglie di ingaggio: crescono in risonanza con la complessità del vostro sistema e la profondità della trasformazione desiderata.

    Grammatiche singole
    1-3 giorni orientativi
    da €1.000 a €2.500
    Calibrato sulla complessità del contesto

    Archetipi rituali
    2-8 settimane
    da €2.000 a €5.000
    Modulato sull'ascolto condiviso

    Percorsi di attraversamento
    3-6 mesi
    da €12.000 a €30.000
    Co-progettato sulle tensioni del sistema

    I tempi e gli investimenti definitivi emergono dalla ricognizione dialogica iniziale.

    INDICATORI DI SUCCESSO

    Non misuriamo il successo in like o impression. Non lo misuriamo nemmeno solo in ROI o KPI tradizionali. Quello che le aziende chiamano KPI, noi lo chiamiamo 'sintomi di salute organizzativa'. Non misuriamo performance astratte, ma segnali di risonanza: le persone si riconoscono nel cambiamento? Lo fanno proprio? Continuano senza di noi?

    Risonanza interna: Le persone si riconoscono Il primo indicatore è qualitativo: le persone che abitano l'organizzazione si riconoscono nella narrazione che abbiamo co-costruito? La usano spontaneamente? La fanno propria? Questo lo misuriamo attraverso interviste post-intervento e osservazione delle dinamiche comunicative interne.

    Adozione autonoma: Continuate senza di noi Il successo vero si vede quando non servite più. Quando i team iniziano a applicare il metodo in autonomia. Quando le domande che vi abbiamo insegnato a fare diventano parte della vostra routine. Quando l'IA smette di essere "il progetto di consulenza" e diventa "il nostro modo di lavorare".

    Impatto misurato: I numeri che contano Dopo 6 mesi misuriamo: tempo liberato per attività a valore aggiunto, riduzione degli errori nei processi automatizzati, miglioramento dei tempi di risposta, qualità delle decisioni strategiche. Ma anche: soddisfazione nel lavoro, senso di controllo tecnologico, capacità di adattamento al cambiamento.

    Attrazione magnetica: Chi arriva, resta Per l'employer branding, l'indicatore più onesto è la qualità delle persone che si candidano e, soprattutto, il loro tasso di permanenza. Non quanti CV ricevete, ma quanto le persone giuste si sentono chiamate da quello che raccontate.

    LA SAPIENZA DELLE CONTRADDIZIONI...

    ...e soprattutto perché sceglierci.

    Dopo 25 anni tra marketing, strategia e trasformazione digitale, abbiamo visto troppi progetti fallire perché si parte dagli strumenti invece che dalle fondamenta, dalla soluzione anziché dalla domanda, dalla tecnologia anziché dalla cultura. Ma soprattutto abbiamo imparato che ogni trasformazione autentica attraversa contraddizioni produttive che vanno abitate, non risolte.

    In buona sostanza i progetti falliscono partendo dal presupposto sbagliato: "l'IA come fine". Noi partiamo dal presupposto opposto: "l'IA come vettore di domande più fertili".

    Siamo un gruppo di professionisti che in settori differenti hanno competenze diverse ma fondamentali per la realizzazione dei progetti IA: legali e di compliance normativa, ingegneristica e di processi, organizzativa e sulle risorse umane, informatica e tecnico/industriale, media relation e comunicazione, amministrativa e di conto economico, digitale e creativa.

    Noi lavoriamo in un collettivo multidisciplinare, i professionisti che di volta in volta si attiveranno per le specifiche necessità operano con esperienza e rigore, per accompagnare PMI e realtà locali in un percorso pragmatico, umano e sostenibile; partiamo da dove sei, capiamo dove vuoi arrivare e proviamo a costruire il ponte giusto, non a vendere soluzioni.

    Non vendiamo l'IA come prodotto. Prepariamo le persone, i team e le organizzazioni a usarla in modo efficace, etico e duraturo. Ti prepariamo per l'IA. Quella di oggi, ma soprattutto quella che arriverà.

    FACC

    Frequently Asking Could Continue

    "Quanto tempo ci vuole per vedere i primi risultati?"
    Dipende da cosa chiamate risultati. Se parliamo di consapevolezza e orientamento, bastano le prime settimane. Se parliamo di adozione tecnologica consolidata, servono 3-6 mesi. Se parliamo di trasformazione culturale profonda, parliamo di anni. Ma noi non vi accompagniamo per anni: vi prepariamo per continuare da soli.

    "Quanto tempo richiede da parte nostra?"
    Molti clienti temono che la consulenza con noi li impegni troppo. Dipende dal terreno e dal momento, dalla cultura e dal numero dei soggetti coinvolti, ma soprattutto dipende dal commitment. In alcuni casi il tempo è necessario per comprendere e disimparare, in altri casi lo sviluppo e la maturazione interna era già a buon punto e basta solo il tempo di riconoscerla e raccoglierne i frutti maturi.

    "Lavorate solo con grandi aziende?"
    No. Lavoriamo con organizzazioni che hanno voglia di attraversare soglie, indipendentemente dalla dimensione. Una PMI con 20 persone motivate ci interessa più di una multinazionale che cerca solo compliance. La complessità non dipende dal fatturato, ma dalla disponibilità al cambiamento.

    "Siete consulenti di strategia o creativi?"
    Siamo consulenti culturali. Usiamo la creatività come strumento di strategia e la strategia come campo di creatività. Non separiamo mai il "cosa fare" dal "come raccontarlo", perché sono la stessa cosa vista da angolazioni diverse.

    "L'IA non è una moda che passerà?"
    L'IA generativa forse sì, le intelligenze artificiali no. È la quarta rivoluzione industriale che viviamo in 40 anni. Non ci prepariamo per ChatGPT, ci prepariamo per un mondo in cui l'intelligenza è aumentata, distribuita, ibrida. Quello che conta non è lo strumento di oggi, ma la capacità di adattarsi a quelli di domani.

    "E se le persone interne non sono pronte?"
    Lo sono raramente, all'inizio. Ma non perché non capiscano: perché nessuno ha ancora trovato il linguaggio giusto per parlarne. Il nostro lavoro non è convincere, ma creare le condizioni perché le persone possano riconoscere da sole il senso del cambiamento. Non acceleriamo l'adozione, alleniamo la disponibilità. Non imponiamo l'innovazione, la rendiamo abitabile.

    "A cosa mi serve far lavorare i miei sull'IA?"
    A evitare che la subiscano. L'intelligenza artificiale non è solo uno strumento tecnico: è una questione culturale, relazionale, organizzativa. Farci lavorare sopra insieme significa dare alle persone il tempo, il contesto e le parole per orientarsi, non solo gli strumenti per usarla. Non si tratta di imparare prompt, ma di imparare a pensare con altri modelli. Non per sostituire le persone, ma per renderle più capaci di agire con lucidità in un paesaggio che cambia.

    "Perché dovremmo scegliere voi invece di una big consulting?"
    Proprio perché non siamo una big consulting o una società di consulenza classica. Non abbiamo format da applicare o quote da vendere. Ogni progetto è un prototipo, ogni cliente è un mondo. Lavoriamo in profondità su pochi progetti alla volta, non in superficie su molti. E soprattutto: noi restiamo fino a quando non sapete continuare da soli.


    LA NOSTRA CONVINZIONE

    Creare contenuti che funzionano richiede la definizione di un percorso di analisi, di scoperta e di adozione perché la soluzione non è mai tecnologica, ma sempre antropologica.

    Chi lavora con noi ha già compreso che l'IA non sostituisce creatività, o persone, ma le potenzia.

    "Se pensi che l'IA sia la soluzione, non credo che riusciremo a fare molta strada assieme... Se pensi invece che con l'IA tu puoi porti le domande giuste, analizzare i processi e produrre soluzioni per il tuo lavoro, e quello delle tue persone, allora penso che potremo varcare molte soglie e percorrere assieme strade decisamente nuove."

    Siamo di passaggio, ma presenti, come le soglie.

    A proposito di dubbi...


    Se per caso ti stai domandando chi ha scritto i testi che trovi qui, e questa specie di manifesto del liminalstudio, li ho scritti io e se sei arrivato su questo sito è perché siamo entrati in contatto in qualche maniera, giacché il sito non è né indicizzato né promosso, e forse ti interessa sapere chi sono e cosa faccio con e per l'IA.

    Mi chiamo Bernardo Lecci e ho un background umanistico, ma sin da giovane ho coltivato una forte passione per il digitale, che ho avuto modo di integrare nei mie studi e nella mia carriera professionale.

    Sono stato Direttore Pubblicità presso Benetton Group e Chief Marketing Officer di TSW, un'agenzia digitale trevigiana, ho lavorato come consulente di comunicazione strategica per una software house in ambito bancario e come professore di comunicazione e branding all'università. Più di recente, sono stato Chief Strategy Officer di Arcadia, una trust company milanese, e ho fatto il consulente comunicazione per una start-up SaaS in ambito HR.

    liminalstudio è il progetto che ho fatto nascere quando sono passato alla consulenza come brand strategist culturale con l'obiettivo di aiutare organizzazioni, territori e leader a orientarsi nei momenti di transizione, creando narrazioni, linguaggi e identità in grado di traghettare persone e sistemi nel futuro.

    Dalla mia esperienza attingo per queste competenze:

    • Esperienza cross-industry (fashion, tech, finance, education)
    • Capacità di traduzione tra linguaggi tecnici e umanistici
    • Visione longitudinale delle trasformazioni digitali
    • Sensibilità per i tempi dell'apprendimento organizzativo

    La mia forza principale è una creatività concreta e trasformativa perché so riconoscere i pattern culturali che si ripetono nelle transizioni tecnologiche.

    Non sono un nativo digitale, ma un immigrato di prima, ma anche di seconda, terza e persino quarta generazione avendo io vissuto di persona attivamente in questi ultimi quarant'anni 4 transizioni epocali: quella del personal computer, quella di Internet, quella della telefonia mobile e ora quella dell'intelligenza artificiale.

    In questi quarant'anni ho imparato che ogni transizione tecnologica è prima di tutto una transizione culturale. Il PC non ha cambiato solo come scriviamo, ma come pensiamo. Internet non ha solo connesso computer, ma immaginari. Lo smartphone non ha solo digitalizzato la comunicazione, ma ridefinito l'intimità.

    L'IA sta facendo lo stesso con l'intelligenza stessa.

    Questa prospettiva storica mi permette di riconoscere i pattern ricorrenti: l'entusiasmo iniziale, la resistenza culturale, i falsi miti, e soprattutto quel momento di transizione in cui la tecnologia smette di essere "nuova" e diventa invisibile, integrata nel tessuto delle pratiche quotidiane.

    Come Direttore Pubblicità in Benetton ho imparato che i brand più autentici nascono dall'incontro tra visione globale e tensioni locali. Come CMO in TSW ho scoperto che il digitale funziona quando amplifica relazioni umane, non quando le sostituisce. Come Chief Strategy Officer in una trust company come Arcadia ho capito che la trasformazione vera inizia sempre dalla governance culturale, mai dalla tecnologia.

    Il mio approccio non è tecnico, ma antropologico. Mi interessano le persone che usano l'IA, non l'IA che usa le persone. Le domande che mi faccio sono: come cambia il lavoro? Come si trasformano le competenze? Cosa significa essere creativi quando la creatività è aumentata dalla macchina?

    Le mie competenze distintive nascono dall'intreccio di questi percorsi:

    • Semiotica applicata: Dall'università ho mantenuto la capacità di leggere i sistemi di significato, i non-detti culturali, le tensioni simboliche che attraversano organizzazioni e territori
    • Marketing strategico relazionale: 25 anni di esperienza nel costruire brand che durano, non campagne che passano
    • Design dell'innovazione culturale: So riconoscere quando un'organizzazione è pronta al cambiamento e quando deve ancora prepararsi
    • Facilitazione di processi trasformativi: Accompagno le transizioni senza forzarle, riconoscendo i tempi necessari per l'adozione autentica

    Quello che porto in liminalstudio è soprattutto una sensibilità: riconosco il momento giusto per ogni tipo di intervento. So quando un'organizzazione ha bisogno di strategia, quando ha bisogno di narrazione, quando ha bisogno di tecnologia. E soprattutto, so quando non è ancora pronta per nessuna di queste cose.

    Oggi sono Membro del Dipartimento Comunicazione di ENIA, ENTE NAZIONALE per l'INTELLIGENZA ARTIFICIALE che si posiziona come punto di riferimento nazionale per l'informazione e il dibattito sull'intelligenza artificiale, contribuendo a diffondere conoscenza, trasparenza e consapevolezza nell'ambito pubblico e privato.

    LinkedIn | Email | Whatsapp

    ... le parole che usiamo nell'IA:


    Soglia
    Margine
    Sospensione
    Tensione
    Incertezza
    Attraversamento
    Transizione
    Possibilità
    Potenzialità
    Emergenza
    Presenza
    Disimparare
    Ascolto
    Sensibilità
    Interrogare
    Riconoscere
    Sostare
    Esplorare
    Contesto
    Crisi
    Risonanza
    Rilettura
    Mappare
    Sintonia
    Connessione
    Conversazione
    Reciprocità
    Relazione
    Appartenenza
    Interazione
    Condivisione
    Coinvolgimento
    Motivazione
    Pensiero critico
    Consapevolezza
    Orientamento
    Insight
    Decodifica
    Narrazione
    Senso
    Significato
    Cultura
    Identità
    Visione
    Valore
    Autenticità
    Contaminare
    Coerenza
    Purpose
    Elaborazione
    Evoluzione
    Divenire
    Cambiamento
    Creatività
    Immaginazione
    Ideazione
    Progettazione
    Design
    Co-creazione
    Strategia
    Framework
    Processo
    Iterazione
    Governance
    Ecologia dell'informazione
    Leadership
    Mentoring
    Interfaccia
    Tecnologia
    Intelligenza
    Adozione
    Integrazione
    Empowerment
    Ottimizzazione
    Impatto
    Accountability
    Risultato
    Realizzazione
    Ispirazione
    Futuro
    Responsività
    Percezione
    Ritmo
    Complessità
    Lentezza
    Intuizione
    Riflessione
    Attenzione
    Contesto simbolico
    Intelligenza situata


    Se ti stai chiedendo come portare l'intelligenza artificiale al servizio delle persone e  non solo dei processi.

    Se credi che motivazione e cultura aziendale possano essere potenziate da tecnologie umanizzanti,

    parliamone..